La nostra prigione
Siamo noi gli artefici del nostro destino, e come creiamo la nostra strada riusciamo anche creare le nostre prigioni.
Quello che ci fa stare statici in una situazione, oppure quelle cose che non ci fanno spostare dalla strada che stiamo percorrendo sapendo che non è per noi. Sono paure, sono prigioni; prigioni che creiamo noi stessi.
E guardano attraverso le sbarre vediamo anche la via di uscita ma no la prendiamo; molti di noi hanno tantissimi pesi dentro per sbagli fatto e non rimediati sapendo che era semplice rimediare; e arriva poi la consapevolezza puntuale a metterti le manette della tua prigione, senza darti la possibilità di farti spiegare i motivi delle tue scelte.
Non sempre la solitudine della prigionia ti rende triste ma ti fa', guardando il bicchiere mezzo pieno, migliorare la tua posizione interna; lasciano comunque una macchia indelebile, sia dentro di te che la renderli sempre, sia rendendola ricorrente nei pensieri gesti e parole delle persone che sono nel tuo cerchio di vita.
Una volta imparato a convivere con la tua prigione, come tutti sappiamo, ritorneremo a sorridere.
"Il carcere non è ancora la morte, benché non sia più la vita."
Tutto questo per presentarvi una foto trovata nel sito di siate, che ringrazio molto non conoscendo chi la fatta.
Secondo me rappresenta molto stati d’animo di molta gente.
Le mani quasi ad accarezzarsi come se volessero consolarsi, e un uomo in attesa e paziente di ciò che gli sta succedendo.
Descrizione molto breve della foto, e del mio parere.
Questo più che like e mi piace sarebbe meglio condividerlo.
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